La vendemmia è ormai finita, ciò vuol dire che l’uva ha raggiunto le cantine, in cui avverranno tutti quei processi in grado di trasformare un frutto in oroliquido per il nostro palato.
Il poeta romano Ovidio testimonia che la viticoltura in Abruzzo ha radici molto lontane, seppur inizialmente circoscritta alla provincia dell’Aquila. Solo nel Rinascimento si comprese che, in realtà, sarebbe stato più proficuo spostare la produzione più a valle, in luoghi in cui, di media, l’altitudine non supera i 600 metri sul livello del mare. Infatti, le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e la buona ventilazione rendono il microclima delle colline abruzzesi ideale a garantire la produzione di uve di ottima qualità.
La valorizzazione del territorio e la specializzazione di una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli sono stati e sono ancora i punti di forza che, a partire dagli Novanta, hanno portato a una rilevante crescita qualitativa dell’uva e, conseguentemente, al successo nel mercato nazionale e internazionale. Infatti, nel 2019 ben 79 vini regionali sono entrati a far parte della guida “The WineHunter Award” e 12 di questi hanno ottenuto il bollino Gold, che corrisponde al secondo gradino del podio in termini di territorialità a qualità superiore.
La viticoltura è senza dubbio l’attività agricola più importate della regione: più di 35 mila ettari di territorio coltivato danno vita a una produzione media annua che si aggira intorno ai 3 milioni di ettolitri, di cui oltre il 30% a denominazione DOC e DOCG, secondo i dati aggiornati a dicembre 2018.
La piccola regione abruzzese di DOC ne ha ben otto: Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Controguerra, Montepulciano d’Abruzzo, Ortona, Terre Tollesi o Tullum, Trebbiano d’Abruzzo e Villamagna. L’unica Denominazione d’Origine Controllata Garantita, ovvero il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, vanta addirittura un importante primato nella preservazione e nella valorizzazione del Made in Italy nel mondo: è stato il primo vino in Italia a riportare sulla propria bottiglia il contrassegno che certifica l’autenticità del prodotto a garanzia della sua origine.
Sorvoliamo sulla produzione minoritaria di bianchi nazionali e internazionali quali lo Chardonnay, il San Giovese, la Passerina e il Pecorino, per soffermarci sui vitigni più importanti d’Abruzzo, ovvero il Montepulciano e il Trebbiano.
Il Montepulciano è sicuramente il più famoso e, infatti, il suo vitigno occupa la maggior parte del terreno dedicato alla viticoltura, all’incirca 17 mila ettari. La corposità di questo vino a bacca rossa lo rende perfetto per chi preferisce i sapori forti. Ottimo è l’abbinamento con l’agnello e il capretto, ma qualsiasi carne grigliata a dovere ne risulterà esaltata; per chi invece si ferma al primo, ordinatelo insieme a tagliatelle e a fettuccine, meglio ancora se condite con sughi a base di pomodoro e carne.
Il secondo in classifica è un vino secco dalla bacca bianca, il Trebbiano d’Abruzzo, a cui vengono dedicati 14 mila ettari. Servito a una temperatura che non supera i 10°C, questo vino è il compagno ideale di tutti i piatti a base di pesce, primi e secondi, ma si sposa bene anche con minestre di verdure o legumi, formaggi freschi dal sapore intenso e carni bianche nella sua versione più invecchiata.
Al rinomato ristorante dell’Hotel Cristallo di Giulianova potrete assaggiare questi vini perfettamente abbinati all’estrema varietà della cucina locale. I sapori e gli odori di un’intera regione.